SANTA MARIA C.V. – Il successo sul Casaluce proietta il CUS in testa al girone A. Gianpaolo Barbato si gode il primato della squadra, volgendo però lo sguardo sulle cose che si devono migliorare se si vuole continuare così.
“La squadra è in netto miglioramento rispetto alla prima giornata. È chiaro che col passare del tempo, più ci alleniamo e più cresciamo. Le vittorie da questo punto di vista aiutano perché ti conferiscono quel tempo addizionale necessario per lavorare con maggiore serenità. Questo deve essere il viatico per continuare a migliorare. In questa squadra ho sempre creduto, anche perché riesce a ottenere risultati nonostante le defezioni che pure abbiamo in questo periodo.”
La partita
“Quella di lasciare il possesso palla alla squadra avversaria – spiega il mister – è stata una scelta. Quest’anno abbiamo cambiato qualcosina nell’atteggiamento, preferendo, d’accordo con i ragazzi, il pressing nella nostra metà campo. Così facendo risparmio loro inutili corse e rincorse agli avversari. Ciònonostante non sono molto soddisfatto del primo tempo dei ragazzi: in almeno tre circostanze Di Stasio è stato decisivo, ciò significa che abbiamo concesso troppe palle-gol. Poi, chiaramente, sul 4-0 un rilassamento inconscio può sembrare naturale, ma questo è un errore gravissimo da non commettere, un aspetto su cui c’è molto da lavorare.”
La tensione nel finale
“La squadra mi è piaciuta di più nel secondo tempo, dove ha amministrato il vantaggio senza rischiare molto e anzi trovando prima il quinto e poi il sesto gol. Poi gli animi si sono surriscaldati. Gli avversari, mentre provavano a rimontare e dopo aver trovato la via della rete, hanno preso di mira l’arbitro, il quale, dal mio punto di vista, non ha commesso grossi errori, se non la comminazione del secondo giallo a Marcello per una parola che non era stata rivolta a lui. Sono andato personalmente dal direttore di gara per rappresentargli il malinteso, ma mi ha risposto che non poteva tornare sui suoi passi: la decisione era stata già presa. A quel punto, proprio per aiutarlo a gestire meglio una situazione che gli stava sfuggendo di mano, ho deciso anch’io di giocare a tre, ma non so se sia servito a qualcosa… Comunque questi sono atteggiamenti che condanno da sempre, anche i miei ragazzi lo sanno. Il rispetto degli avversari e dell’arbitro vengono prima di tutto. Dobbiamo anche noi attori-protagonisti fare in modo di aiutare il direttore di gara e ricordarci sempre che si va in campo per divertirsi.”
A cura di Luigi Fattore
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