Spesso le vittorie del CUS Caserta passano attraverso le sue velenose conclusioni mancine. In questa intervista Enzo Panìco ci spiega – tra le altre cose – cosa occorre per svolgere al meglio il ruolo di opposto, e di come il concetto di attaccare rappresenti per lui una vera e propria filosofia di vita.
Enzo, vorrei partire dalla scomparsa di Kobe Bryant, un evento tragico che ha toccato tutti gli sportivi e non solo.
“E’ stato un brutto colpo per il mondo dello sport in generale, io personalmente avendo un passato da cestista ed essendo cresciuto con la sua pallacanestro sono rimasto senza parole alla notizia”.
Tu sei uno sportivo a tutto tondo, hai praticato diverse discipline. Come mai a un certo punto la pallavolo si è imposta sulle altre?
“Ho scelto la pallavolo perché sono sempre stato una persona sovversiva. Mentre tutti i miei amici volevano giocare a calcio (sport che amo visceralmente) io volevo l’alternativa e la pallavolo è stata l’alternativa. Il mio primo mister Michele D’Auge mi ha fatto amare questo sport. Essendo mancino il mister iniziò a chiamarmi Sartoretti, grande opposto della nazionale della mia epoca e da allora conservo bellissimi ricordi di questo sport. Poi come ho detto in precedenza ho lasciato il volley per dedicarmi alla pallacanestro. La pallavolo essendo stata il mio primo amore non l’ho mai dimenticata ed ho deciso di rimettermi in gioco circa 6 anni fa. Mi è sembrato come se il tempo non fosse mai passato ed ora a 32 anni rivivo le stesse emozioni e lo stessa adrenalina quando mi ritrovo in mezzo al campo”.
Come ti trovi nell’ambiente del CUS Caserta?
“Ho un bellissimo rapporto con i miei compagni di squadra, con molti di loro ci conosciamo già da qualche anno (Marco Pascarella, Peppe De Lucia, Danilo Rossi, Domenico Monaco, Dario Sgueglia, Lorenzo Volpe), il mister Di Caprio mi dà grande fiducia e credo sia un grande professionista oltre ad essere stato un grande giocatore. Spero di ripagare la sua fiducia e quella dei miei compagni di squadra”.
Ti aspettavi questo primato?
“Sinceramente mi aspettavo questo primato o quantomeno di lottare per questa posizione. Non possiamo nasconderci, il nostro obiettivo è quello di vincere il campionato perché ci sono tutte le capacità tecniche e un’ omogeneità d’intenti che ci rende un grande gruppo ed una grande squadra”.
Parlami un po’ del tuo ruolo: l’opposto. Quali sono le carattersitiche che servono per svolgerlo al meglio?
“Molti attacchi passano nelle mie mani, non è semplice, devi farti trovare sempre pronto, devi conquistarti la fiducia della squadra e soprattutto dell’alzatore, devi avere 8 occhi quando stai per attaccare, guardare la palla e l’alzatore, controllare il muro, controllare la posizione della difesa avversario, solo allora puoi decidere dove e come attaccare. Tutto questo in una frazione di secondo”.
Nella tua bio di Instagram c’è una bellissima frase: “L’uomo che cammina sui pezzi di vetro dicono ha due anime”.
“È tratta da uno dei miei brani preferiti del maestro Francesco De Gregori (Pezzi di vetro, ndr.). Questa frase rappresenta forse il mio essere, la spensieratezza e la facilità con la quale affronto le situazioni della vita. Ecco, camminare sui pezzi di vetro vuol dire non aver paura di affrontare situazioni contorte e difficili che la vita può riservarti”.
Intervista a cura di Luigi Fattore
Segreteria CUS Caserta